Dopo il caso di Maria Cristina Gallo, 55enne mazarese che ha atteso ben 8 mesi prima di poter ricevere l’esito del suo esame istologico, salta fuori un’altra storia che pone l’attenzione sui ritardi della sanità trapanese legata proprio agli esami tumorali.
Si tratta di Paolo Robino, un uomo di 74 anni, ex infermiere di Salemi che lo scorso 13 gennaio 2025 è deceduto a Marsala mentre attendeva da quattro mesi l’esito del suo esame istologico. In particolare l’uomo era stato operato per un tumore il 24 settembre 2024 presso l’ospedale di Marsala, ma il referto che avrebbe dovuto chiarire la natura della massa tumorale è arrivato solo dopo dieci giorni dal suo decesso, avvenuto per infarto.
La vicenda pone ancora una volta i riflettori sull’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Trapani. Il direttore generale dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, si dice addolorato e dispone una indagine interna. «Chi ha sbagliato deve pagare». «Non appena il primario dell’Anatomia patologica, in pensione da novembre, mi fece presente i ritardi a luglio scorso – dice il manager – mi sono subito attivato per trovare delle soluzioni alternative alla carenza del personale nelle strutture di Trapani e Castelvetrano. Ma era già troppo tardi. A febbraio del 2024 ero all’Asp in veste di commissario, poi diventato direttore generale a luglio. Non c’è ragione alcuna perché l’ex direttore dell’unità operativa non mi abbia informato per tempo. Ho disposto un’indagine interna e chi ha sbagliato pagherà. Probabilmente la responsabilità non è solo del singolo e va comunque prima accertata. Io da oggi ho contezza dei numeri e mi assumo tutte le responsabilità. Per il pregresso, va fatta chiarezza. Non credo che ci sia stato dolo ma è stata sottovalutata una emergenza».