A Palermo, la tradizionale festività delle Vampe di San Giuseppe, un’usanza secolare che prevede il rogo di cataste di legno e mobili, è sfociata in un’incidente di guerriglia urbana che ha scosso il centro storico della città. Decine di giovani, con il volto coperto, e armati di spranghe si sono resi protagonisti di violenti scontri con le forze dell’ordine, scagliando bottiglie e pietre contro la polizia e Vigili del Fuoco. La risposta delle autorità non si è fatta attendere, con il lancio di lacrimogeni per cercare di disperdere i manifestanti e ripristinare l’ordine pubblico.
I roghi hanno devastato piazza Kalsa, una delle zone centrali della città, dove i cassonetti dei rifiuti sono stati distrutti dalle fiamme. L’incendio di questi contenitori ha alimentato ulteriormente la tensione, creando un’atmosfera di panico tra i residenti e i passanti.
Feriti un operaio della Rap, l’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti, e un poliziotto. Entrambi soccorsi dal 118 perché colpiti dalle pietre, l’agente all’occhio.
La situazione è degenerata anche nella zona dell’ospedale Civico, dove una strada è stata bloccata dai manifestanti utilizzando cassonetti dati alle fiamme, creando non solo disagio ma anche un grave ostacolo al normale transito dei veicoli. In particolare, si segnala che il passaggio delle ambulanze è stato impedito, mettendo a rischio la tempestività dell’assistenza sanitaria.
L’episodio solleva numerosi interrogativi sulla sicurezza pubblica e sulla gestione delle tradizioni locali, che, pur con il loro valore culturale, hanno evidenziato il potenziale di degenerare in atti di violenza. Le autorità stanno indagando sull’accaduto per identificare i responsabili e cercare di evitare il ripetersi di simili situazioni in futuro, mentre la città di Palermo si prepara a fare i conti con il bilancio di una notte di disordini e tensione.
(Foto ANSA)
Roberto Rubino