«Torna il rischio della possibile sospensione, dal 30 aprile prossimo, dei servizi di assistenza per alcuni pazienti autistici adulti di Villa Betania. Se il rischio dovesse diventare un fatto concreto rappresenterebbe un gravissimo atto di abbandono verso le famiglie e una violazione del diritto alla salute».
Lo dichiara la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Cristina Ciminnisi, che torna a denunciare l’emergenza nel centro specializzato trapanese, tra i pochi accreditati in Sicilia, dopo aver raccolto, per l’ennesima volta, le allarmanti segnalazioni di genitori e caregiver.
«Già nel recente passato – ricorda Ciminnisi – avevamo segnalato il rischio di interruzione del servizio per gli adulti, ma la risposta dell’assessorato regionale alla salute e dell’ASP di Trapani è stata solo temporanea. Ed oggi si prospettano di nuovo le dimissioni forzate per pazienti seguiti da anni, senza che vi siano alternative assistenziali. È inaccettabile, come inammissibile che siano state tagliate prestazioni giornaliere ambulatoriali con ulteriore allungamento delle liste di attesa».
Già l’8 febbraio scorso la parlamentare aveva sollecitato un’audizione urgente in Commissione Salute, chiedendo chiarimenti all’assessore Daniela Faraoni e all’ex DG dell’ASP Trapani Ferdinando Croce, ma le rassicurazioni fornite si sono tradotte in una generica proroga fino al 30 aprile.
La deputata critica con durezza la mancanza di programmazione della Regione: «Di fatto non si ha notizia di cosa accadrà a partire dal primo di maggio. Non vorrei che l’avvicendamento al vertice aziendale dell’ASP di Trapani si traducesse adesso in un nuovo disservizio a danno dei pazienti. Se ciò dovesse accadere ne uscirebbe vanificato il percorso di interlocuzione già avviato tra ASP e Villa Betania. Il presidente Schifani e l’assessore Faraoni si assumano le proprie responsabilità. Non servono le belle parole pronunciate nella recente Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, serve invece un piano immediato e stabile nel tempo per evitare che queste persone e le loro famiglie finiscano nel baratro dell’abbandono».