Presentata lo scorso 28 aprile a Palermo, la nuova formazione politica di orientamento cattolico “Libertà e Democrazia”.
Era stato l’arch. Giancarlo Affatato, Presidente e Coordinatore Nazionale di Libertà e Democrazia a lanciare a livello nazionale gli Stati Generali del movimento politico lo scorso 15 marzo a Roma, presso l’Hotel Bettoja.
Il progetto politico affonda le radici dall’esperienza del Forum della Dottrina Sociale della Chiesa, sotto la guida ecclesiale di mons. Giovanni Fusco, e vuole testimoniare l’esigenza, da parte del mondo cattolico, di esprimere la fede nelle relazioni sociali e nel contesto politico, oggi più che nel passato.
Da dibattito sono emersi alcuni dei pilastri del pensiero politico che si prefigge il movimento cattolico, richiamati in una nota finale dove si precisa che “in un mondo secolarizzato, che pretende di ignorare le radici cristiane della nostra civiltà, si mostra assolutamente indispensabile l’impegno dei cattolici in politica, per ritrovare la via dell’integrale valorizzazione della persona umana”.
“Non è più tempo per gli uomini di buona volontà – ha dichiarato Affatato – di nascondersi o disperdersi in mille rivoli, per questa ragione nasce “Libertà è democrazia”.
Il movimento, prosegue la nota, si ispira alla dottrina sociale cristiana ed, in particolar modo, al principio di sussidiarietà in virtù della quale l’autorità politica deve intervenire solo nei campi nei quali la libera iniziativa delle persone e dei gruppi associativi volontari non si rivela efficace. E l’autorità politica posta in alto e centrale deve intervenire solo dove quella territoriale, più vicina ai destinatari dell’atto, non può intervenire efficacemente.
In Europa, per esempio, si mettono al bando le autovetture a motore termico. Significa che l’Unione interviene in area economica di mercato, sostituendosi ai privati che curano da sé i propri interessi, sia nella veste di consumatori, sia nella veste di produttori. Così come, le direttive europee impongono la ristrutturazione degli immobili al fine di raggiungere determinati standard di isolamento termico. Lo scempio del principio di sussidiarietà in ambito europeo, ma anche nazionale, è stato reso possibile in virtù della logica socialcomunista che svaluta il diritto di proprietà privata; quel diritto, che affonda le sue radici nell’ordine naturale della convivenza, come riconosciuto dalla Chiesa.
Il prof. Michele Gelard chiarisce lo spirito del movimento: “Se la pensate come me, avete già un buon motivo per simpatizzare con il nostro movimento politico, che vuole fermare la deriva lgbt, dell’uomo liquido, dell’utero in affitto etc.. Se voi non avete vergogna della nostra storia, delle nostre radici cristiane, se credete che senza passato non c’è futuro, se credete che il mondo non comincia oggi, questo è il movimento politico giusto per voi. Siamo diversi da tutti gli altri, non perché ci sentiamo migliori, ma perché abbiamo una fonte di ispirazione immensa, abbiamo un’eredità che altri non hanno, un patrimonio che si è formato nel corso dei secoli”.
Ed ancora si legge nella nota come l’autonomia e la libera dinamica delle istituzioni sociali, originarie e preesistenti all’autorità politica, a partire dal nucleo familiare fino alle forme associative volontarie e mutualistiche, costituiscono il nutrimento naturale del tessuto connettivo della società, che lo Stato deve rispettare e salvaguardare a beneficio dell’intera comunità. In senso esattamente opposto, l’autorità politica, in nome di un malinteso laicismo, tende oggi a ridurre gli spazi di libertà e autonomia delle istituzioni sociali, imponendo un dispotico monopolio dell’educazione e dei valori morali, “politicamente corretto”. Basta pensare alla forzosa sostituzione della genitorialità naturale, di padre e madre, con quella cervellotica e burocratica di genitore 1 e 2.
Il diritto dell’uomo, nella visione della Chiesa cattolica, preesiste alla legge dello Stato. Per Benedetto XVI: “La dignità umana e i diritti umani devono essere presentati come valori che precedono qualsiasi giurisdizione statale. I diritti fondamentali non vengono creati dal legislatore, né conferiti ai cittadini, ma piuttosto esistono per diritto proprio, sono da sempre da rispettare da parte del legislatore, sono a lui previamente dati come valori di ordine superiore”. Basterebbero queste parole di Benedetto XVI per evidenziare la piena sintonia tra la visione liberale e quella cristiana.
L’incontro-dibattito, presso l’Hotel Joli a Palermo, è stato introdotto e moderato dall’avvocato Davide Manno e sono intervenuti il prof. Mario Ferrante, il prof. Michele Girardi ed il presidente e coordinatore del movimento politico, Giancarlo Affatato.
Giuseppe Messina