Il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, ha disposto, su delega del ministro dell’Interno, l’accesso ispettivo al Comune di Paternò per «verificare l’eventuale sussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso». La Commissione si è insediata stamattina, 31 gennaio, e, come disposto dal Testo unico sull’ordinamento degli Enti locali, «entro tre mesi, rinnovabili una volta per un ulteriore periodo massimo di tre mesi, terminerà gli accertamenti, rassegnando al prefetto le proprie conclusioni».
L’arrivo della Commissione scaturisce dall’inchiesta “Athena” che lo scorso 15 aprile 2024 ha visto coinvolti 17 indagati con un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito di un’inchiesta sul clan Morabito, legato alla ‘famiglia’ etnea dei Laudani, e presunte infiltrazioni mafiose nella vendita all’asta di terreni e immobili. Complessivamente sono però 49 le persone indagate, tra imputati rinviati a giudizio davanti alla terza sezione penale del Tribunale e altri che hanno fatto accesso a riti alternativi.
Tra gli imputati per voto di scambio politico mafioso, ci sono anche il sindaco di Paternò, Antonino Naso, che ha fatto richiesta di giudizio immediato, eletto con delle liste civiche nel giugno del 2022, un ex consigliere comunale ed ex assessore, Pietro Cirino, e un assessore dell’allora giunta in carica, Salvatore Comis, poi dimessosi, accusato di essere l’uomo di fiducia dell’associazione mafiosa.