Con la sentenza n. 3718 del 2024, pubblicata il 21 gennaio 2025, il T.A.R. di Palermo ha accolto il ricorso degli eredi di W. N., maresciallo dell’Esercito Italiano deceduto, che aveva partecipato alla missione del RE.LO.CO. in Kosovo, a Petrovec (Macedonia), dal 22 maggio 1999 al 27 agosto 1999. Il Tribunale amministrativo ha annullato il provvedimento del Ministero della Difesa che aveva respinto per la seconda volta la richiesta di riconoscere la dipendenza da cause di servizio dell’infermità che aveva portato alla morte del maresciallo.
Il ricorso era stato presentato dagli eredi, supportati dagli avvocati Francesco Stallone, Filippo Ficano e Filippo Gallina, i quali avevano contestato il rigetto della domanda di riconoscimento dell’equo indennizzo. In particolare, gli avvocati avevano richiesto l’accertamento del nesso tra la missione in Kosovo e la malattia che aveva causato la morte del maresciallo, evidenziando l’inadeguatezza delle motivazioni del Ministero della Difesa.
Il Ministero aveva inizialmente negato il riconoscimento della causa di servizio, ritenendo che non fosse stato provato un legame diretto tra la patologia e l’attività svolta dal maresciallo durante la missione. Tuttavia, il T.A.R. di Palermo ha ritenuto che per il riconoscimento dell’equo indennizzo non fosse necessario che gli eredi provassero una correlazione diretta tra la missione e la patologia insorta. Secondo i giudici amministrativi, infatti, è compito dell’amministrazione pubblica dimostrare che vi siano altre possibili cause alternative che avrebbero potuto originare la malattia.
Inoltre, il Tribunale ha accertato la dipendenza da causa di servizio dell’infermità da cui il maresciallo era affetto, confermando il diritto degli eredi a ricevere l’indennizzo. La sentenza si fonda sul principio del “one shot temperato”, che implica la possibilità di un unico riconoscimento economico per i danni derivanti dalla malattia e dalla morte del dipendente, senza necessità di una ripetuta prova della correlazione causale.
Questa decisione rappresenta un importante passo per il riconoscimento dei diritti degli eredi di militari deceduti a causa di malattie legate al servizio, ribadendo la responsabilità dell’amministrazione nella dimostrazione delle cause alternative per il mancato riconoscimento dell’indennizzo.