Da circa 48 ore una bufera mediatica sta investendo in pieno la Sanità trapanese e quindi l’ASP di Trapani, l’azienda che ne ha la gestione. In particolare l’attenzione nazionale si è mobilitata grazie all’appello di, Maria Cristina Gallo, una donna mazarese che ha atteso ben 8 mesi prima di ricevere l’esito del suo esame istologico, piuttosto che all’episodio di Paolo Robino che ha atteso 4 mesi sempre per l’esito dell’ istologico ma con un piccolo incidente di percorso ovvero che l’uomo nel frattempo è deceduto.
Le vicende, vista la gravità, hanno subito allertato l’attenzione dei giornali, dell’opinione pubblica ma anche delle istituzioni a partire dallo stesso Ministero della Salute e della Regione Siciliana che hanno disposto un’ispezione all’interno dell’azienda sanitaria trapanese, guidata a partire da luglio 2024 dal dott. Ferdinando Croce che si dice addolorato per quanto sta accadendo e anche lui ha disposto immediatamente un’indagine interna.
“Chi ha sbagliato deve pagare” sono queste le prime parole di Croce ai microfoni di alcune testate locali ma il punto è proprio questo, e i cittadini attualmente si chiedono “chi ha sbagliato”?
La motivazioni che Croce fornisce agli organi di stampa su questi ritardi che mettono a rischio la stessa vita di centinaia di trapanesi, sono legati alla carenza e mancanza di medici visto che nonostante alcuni bandi pubblicati dall’ASP, quest’ultimi sono andati del tutto deserti. Come anche l’attenzione va posta su chi aveva delle responsabilità di coordinamento come il direttore dell’Unità Operativa il dott. Domenico Messina. “Non appena il primario dell’Anatomia patologica, in pensione da novembre, mi fece presente i ritardi a luglio scorso – sottolinea Croce – mi sono subito attivato per trovare delle soluzioni alternative alla carenza del personale nelle strutture di Trapani e Castelvetrano. Ma era già troppo tardi. A febbraio del 2024 ero all’Asp in veste di commissario, poi diventato direttore generale a luglio. Non c’è ragione alcuna perché l’ex direttore dell’unità operativa non mi abbia informato per tempo. Ho disposto un’indagine interna e chi ha sbagliato pagherà. Probabilmente la responsabilità non è solo del singolo e va comunque prima accertata. Io da oggi ho contezza dei numeri e mi assumo tutte le responsabilità. Per il pregresso, va fatta chiarezza.”
Nonostante la triste vicenda va sicuramente apprezzato l’impegno che l’attuale Direttore Generale sta ponendo sulla vicenda visto anche che subito dopo il suo arrivo lo stesso Croce per fronteggiare l’emergenza e vista la carenza di medici ha attivato alcune convenzioni con altri ospedali e aziende sanitarie della Regione così da poter refertare in tempi più brevi gli esami che si erano accumulati e che ad oggi sono circa 240 quelli del 2024 ancora da evadere. Ma dice bene Croce, il pregresso? Un’emergenza con numeri così imponenti, tra l’altro riferiti a tutto il 2024, non possono mai essere frutto della gestione dell’attuale commissario arrivato nella metà del 2024, anzi è da apprezzare l’impegno del giovane professionista che sta cercando di fronteggiare a pieno la situazione assumendosi anche responsabilità non dovute. Qui il problema va cercato alla fonte ovvero per arrivare a questo punto è da anni che la gestione della sanità trapanese è in mano a nessuno (tra l’altro questo è uno dei tanti problemi gravi sul territorio). Commissari e Direttori Generali probabilmente non capaci, poco attenti, concentrati su “altro”, qualcuno nel frattempo arrestato, magari anche qualche dirigente medico che ha sottovalutato la pericolosità della situazione o magari non è riuscito a premere forzatamente verso la direzione generale per la risoluzione del problema? Le convenzioni attivate da Croce non appena insediatosi, non potevano essere attivate mesi prima? Perché non sono state attivate dagli altri Direttori e commissari? Perché l’ASP di Trapani oggi non è attrattiva e i medici non vogliono venire? Ovviamente le risposte vanno cercate nei mesi e negli anni addietro.
Oggi la sicurezza è che l’emergenza è sotto controllo e che sicuramente d’ora in avanti l’attenzione sull’argomento sarà alta da parte di tutti ma chi ha sbagliato in passato dovrà pagare perché non si può giocare con la vita delle persone.
Roberto Marrone
Gli esami istologico vanno eseguiti e refertati entro 5/7 GG poiché nel caso di tumori altamente aggressivi qualsiasi ritardo nella attivazione del percorso terapeutico potrebbe mettere a rischio la vita dei pazienti e considerato che la nostra provincia ha più di 400mila abitanti è assurdo che non abbia un servizio autonomo visto anche l’accumulo di centinaia di indagini istologiche. Pigiare sull’acceleratore, c’è in gioco la vita delle persone.