Si entra nella settimana cruciale per le elezioni provinciali di secondo livello, un appuntamento che, pur non coinvolgendo direttamente i cittadini, si configura come una delicata operazione politica. Le forze in campo devono sciogliere le ultime riserve e ufficializzare le candidature in un contesto che sembra più rispondere a logiche di palazzo che a una reale volontà di cambiamento. Dopo anni di commissariamenti, il voto punta formalmente a garantire un governo stabile al Libero Consorzio di Trapani, ma nei fatti rappresenta anche un’occasione per ridefinire equilibri e consolidare posizioni di potere all’interno dello scenario politico locale.
Il centrodestra converge su Lentini, il centrosinistra resta in bilico
Il centrodestra ha già scelto il proprio candidato unitario: Giovanni Lentini, avvocato e sindaco di Castelvetrano. Una figura che avrebbe potuto concentrarsi esclusivamente sulla propria città ma che è stata individuata come profilo ideale per la presidenza del Libero Consorzio, senza peraltro rappresentare una minaccia per le prossime elezioni regionali o per eventuali future elezioni provinciali di primo livello, dove l’On. Mimmo Turano sembra già proiettato verso una candidatura alla presidenza.
Sul fronte opposto, il centrosinistra appare ancora incerto. Né il Partito Democratico né il Movimento 5 Stelle hanno fatto trapelare decisioni definitive. La candidatura del sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, sembrerebbe perdere quota, mentre il nome più accreditato potrebbe essere quello di Domenico Surdi, sindaco di Alcamo. Tuttavia, forse la consapevolezza di una partita in salita, potrebbe spingere lo stesso a rifiutare e a questo punto entrambi i partiti potrebbero convergere sulla candidatura di Aldo Grammatico, giovane primo cittadino di Paceco.
La variabile Quinci e il possibile stravolgimento degli equilibri
Nel panorama delle candidature, si inserisce anche il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, che si presenta senza il sostegno diretto di nessun simbolo di partito ma in grado di confrontarsi e discutere con molte aree politiche, data la sua esperienza amministrativa di questi anni decisamente – e anche eccessivamente – trasversale. Una scelta che gli impone la raccolta delle firme necessarie per formalizzare la candidatura e la presentazione della lista, obbligo non richiesto ai candidati espressi da partiti già strutturati. Con un profilo amministrativo solido, giunto al secondo mandato e dotato di una connotazione civica e moderata, Quinci potrebbe intercettare il consenso di sindaci e consiglieri civici, anche di diversa estrazione politica. La sua candidatura, tuttavia, rischia di alterare i piani già definiti dai partiti tradizionali, aggiungendo un elemento di imprevedibilità alla competizione.
Un voto difficile da controllare e possibili colpi di scena
Un aspetto spesso sottovalutato di questa tornata elettorale è la modalità di voto: le operazioni si svolgeranno in un unico seggio a Trapani, dove dovranno recarsi tutti i consiglieri comunali e i sindaci aventi diritto al voto. Una dinamica che rende il controllo delle preferenze più complesso e apre la possibilità a voti non allineati rispetto alle direttive di partito. Inoltre, il sistema prevede due schede distinte – una per la presidenza e una per il consiglio – rendendo possibile un voto disgiunto che potrebbe riservare sorprese.
Elezioni o partita di potere?
Più che il governo del Libero Consorzio, questa elezione sembra configurarsi come un esercizio di mantenimento dello status quo, un tassello fondamentale per costruire alleanze future, bloccare possibili avversari politici e consolidare il controllo delle istituzioni locali. Il tutto, in un clima in cui non mancano tensioni sotterranee, regolamenti di conti interni e strategie per indebolire potenziali candidati alle prossime tornate elettorali.
In questo scenario, la candidatura di Quinci rappresenta una variabile inattesa, capace di rompere equilibri consolidati e mettere in discussione schemi già scritti dai vertici politici. L’esito del voto potrebbe, dunque, rivelarsi meno scontato di quanto previsto e generare effetti a catena che andranno ben oltre la semplice designazione del nuovo presidente del Libero Consorzio di Trapani.
Roberto Rubino